"Attrice statunitense. Sulle scene, insieme alla sorella Dorothy, fin dall'età di cinque anni, ottiene una parte danzante in una produzione newyorkese di S. Bernhardt ed entra quindi nella compagnia infantile dove recita M. Pickford, che presenta entrambe le sorelle al regista D.W. Griffith. Debuttano così, insieme alla madre, in An Unseen Enemy (Un nemico invisibile, 1912), primo di una lunga serie di cortometraggi diretti da Griffith, che plasmerà la giovane G. trasformandola nella prima star del muto. Prototipo di un ideale femminile segnato dall'eredità vittoriana, la cui apparente fragilità nasconde una grande forza spirituale, sotto la direzione di Griffith si rivela attrice dotata di grande sensibilità, capace di «soffrire» intimamente le parti patetiche affidatele dal regista, dal melodramma patriottico Cuori del mondo (1918) a Giglio infranto (1919), dove i primi piani del suo volto, di volta in volta sereno o tormentato, punteggiano l'azione; dall'ingenua ragazza di campagna del bucolico True Heart Susie (Susie dal cuore vero, 1919) all'eroina romantica del drammatico Agonia sui ghiacci 1920), con la spettacolare sequenza finale in cui è imprigionata su una lastra di ghiaccio in movimento, fino allo storico Le due orfanelle (1922), dove viene salvata in extremis dalla ghigliottina. Separatasi da Griffith per questioni salariali, dirige la sorella Dorothy in Remodelling Her Husband (Rimodellando suo marito, 1920) e sceglie oculatamente le sceneggiature e i registi dei film in cui recita. Entrata nel 1925 alla mgm, interpreta in Italia, al fianco di R. Colman, il melodramma religioso La suora bianca (1923) e Romola (1924, dal dramma di G. Eliot), entrambi diretti da H. King, ed è una straordinaria Mimì in La Bohème (1926) di K. Vidor. Nello stesso anno incontra V. Sjöström, che la scrittura per il ruolo della sensuale Hester Prynne in La lettera scarlatta (1926) e per quello della fragile eroina di Il vento (1928), forse la sua interpretazione migliore. All'inizio degli anni '30 la crescente concorrenza della Garbo la induce a diradare le apparizioni cinematografiche e, abbandonata la mgm, torna al teatro, distinguendosi nei panni di Ofelia in una storica produzione dell'Amleto (1930) con J. Gielgud. Negli anni '40 e '50 riappare in parti di «caratterista di lusso» in Duello al sole (1946) di K. Vidor, La tela del ragno (1955) di V. Minnelli e nel ruolo della protettrice di orfani in La morte corre sul fiume (1955) di C. Laughton. Suocera di V. Gassman in Un matrimonio (1978) di R. Altman, che la trasforma nel simbolo di un mondo che sta scomparendo, fa la sua ultima apparizione in Le balene d'agosto (1987) di L. Anderson, al fianco delle vecchie glorie B. Davis e V. Price. "